Le cinque fasi del primo colloquio di lavoro.
Sommario:
Quali sono le domande e le risposte del primo colloquio di lavoro? Ecco una guida per affrontarlo con successo .
Il primo colloquio di lavoro puΓ² essere suddiviso in cinque fasi:
1. La prima fase Γ¨ quella del contatto: il candidato e il selezionatore si incontrano, e instaurano il primo contatto. Eβ un approccio globale, dove sguardo, voce e comunicazione non verbale consentono di farsi una prima idea sullβaltro
2. La seconda fase Γ¨ quella dellβesplorazione: il selezionatore deve verificare le competenze del candidato e farsi unβidea della sua personalitΓ . Comunque si sviluppi questa fase (con domande, richieste di fare un racconto della tua vita professionale, test attitudinali eccβ¦) il suo scopo Γ¨ quello di conoscere meglio possibile il candidato nel poco tempo a disposizione.
E questa la fase chiave del colloquio. A questo punto possono verificarsi due eventi: a) il selezionatore conclude rapidamente il colloquio. Questo significa che non ci sarΓ alcun seguito positivo Γ b) il selezionatore comincia a dare al candidato informazioni sul posto di lavoro e sulle attivitΓ che comprende.
3. Se si Γ¨ verificato lβevento b, si entra nella fase dellβinformazione. Il selezionatore ritiene opportuno fornirci informazioni sullβazienda e sul futuro posto e, a sua volta, vuole ulteriori chiarimenti sulle nostre competenze.
A partire da questo momento possiamo pensare tranquillamente che lβessenziale Γ¨ stato detto. E che le due successive fasi avranno comunque luogo. Occorre soltanto lasciare al selezionatore tutta la documentazione utile: il curriculum, i nostri lavori o le nostre pubblicazioni e soprattutto, indirizzo e telefono per contattarci!
4. La quarta fase si svolge da un lato allβinterno dellβimpresa, dallβaltro nella nostra testa. Eβ la fase della riflessione. Per questo Γ¨ importante curare a nostra documentazione, in primo luogo il Cv. Eβ quello che in rimarrΓ a parlare di noi e per noi in nostra assenza!
5. La quinta e ultima fase Γ¨ quella della decisione. Saremo ulteriormente contattati dallβazienda che ci comunicherΓ lβesito della sua riflessione.
Tutorial per il primo colloquio di lavoro in Inglese
Il video tutorial qui sotto Γ¨ molto chiaro su cosa Γ¨ importante per un buon colloquio di lavoro come affrontarlo . Se non comprendete l’inglese attivate su you tube i sottotitoli in Italiano
Dopo questo ottimo video tutorial possimo riprendere andando a riassumere gli aspetti principali del colloquio di lavoro.
Le 5 domande cruciali
Durante un colloquio di lavoro ci sono cinque domande decisive; sono spesso quesiti generici e Β«inoffesiviΒ» ma usati dai selezionatori per scoprire quello che non si puΓ² indagare direttamente. Unβindagine su 650 dirigenti condotta dalla societΓ di recruiting specializzato Robert Half le ha svelate:
«Mi parli brevemente di sé»
I selezionatori infatti puntano molto sulla domanda. Γ una domanda Β«apertaΒ» che rischia di fare incorrere in errori e uscite fuori tema.
In queasto caso mai parlare della propria vita privata e di quello che sono le attivitΓ al di fuori dellβambito professionale. In generale vale la regola che quanto piΓΉ la domanda Γ¨ generica, tanto piΓΉ sia meglio essere precisi e concisi. Adottate frasi concise ma dettagliate che descrivono esperienze maturate e risultati ottenuti, in modo da far capire rapidamente che cosa si Γ¨ in grado di offrire.
Β«PerchΓ© vorrebbe lavorare per la nostra societΓ ?Β»
Domanda quasi inevitabile. Γ bene almeno in questo preciso momento del colloquio, non fare considerazioni basate sul proprio bilancio personale. Non esitate a fare esplicito riferimento alle vostre esigenze finanziarie, sottolineando di essere attratti dallo stipendio e dai benefit offerti. Molto meglio invece mostrare di conoscere con profonditΓ le aree di attivitΓ delle imprese e le sue strategie di mercato.
Β«Qual Γ¨ il suo principale punto debole?Β»
Evitate di enunciare un finto difetto, ma non siate eccessivi elencandone un numero troppo elevato. Quando si tratta dei propri difetti Γ¨ meglio essere sinceri ma senza esagerare cercando anche di mostrare, comunque, di essere capaci di risolvere i problemi. Riguardo al futuro e alle ambizioni si tratta di riuscire a essere, anche qui, equilibrati piΓΉ che spericolati.
Β«Dove vede se stesso tra cinque anniΒ»
Cercate di apparire ambiziosi ma anche realisti. Si puΓ² citare il desiderio di crescere professionalmente, oppure sottolineare il desiderio continuo di apprendere. Evitate obiettivi spropositatamente distanti e difficilmente raggiungibili in cinque anni. Infine, non raccontate sogni e ambizioni molto staccate dal realismo aziendale. Infine, nel caso si abbia giΓ un lavoro, Γ¨ bene prepararsi alla domanda chiave: β
Β« PerchΓ© desidera lasciare la societΓ per la quale sta attualmente lavorando?Β»
Se gia avete un lavoro, Γ¨ una domanda chiave a cui Γ¨ bene prepararsi. Del resto, Γ¨ ragionevole che il selezionatore voglia sapere perchΓ© una persona se ne vuole andare da unβimpresa: non vuole correre il rischio di vedersi lasciato dopo solo qualche mese. A questa domanda non mostrate mai rancore o risentimento nei confronti dellβattuale datore di lavoro e piuttosto sottolineare come si intende invece βcogliere una grande opportunitΓ β.
Come prepararsi al primo colloquio di lavoro
Eβ molto importante arrivare al colloquio preparati, pronti a fare un efficace racconto di noi, ma anche consapevoli di quello che ci potrΓ essere offerto, della compatibilitΓ o meno con il nostro profilo e dei vantaggi che saremo in grado di apportare alla nuova azienda. Quindi per prima cosa occorre preparare e studiare una scaletta di autopresentazione.
La scaletta non deve essere lunga (10 o 15 minuti al massimo) per poter dare al selezionatore tutto il tempo per fare le sue domande e per chiederci ulteriori precisazioni.
Il linguaggio adottato, cosΓ¬ come la focalizzazione sulla professionalitΓ , dovranno essere adattati a seconda dellβinterlocutore: selezionatore esterno, manager del personale oppure futuro capo.
Eβ ovvio che con questβultimo dovremo utilizzare un linguaggio piΓΉ tecnico e fornire maggiori dettagli sulle nostre competenze e sui compiti precedentemente svolti. In ogni caso, la nostra scaletta dovrΓ contenere i seguenti elementi:
– percorso di studi
β ulteriori specializzazioni
β esperienze di stage
β precedenti esperienze lavorative ( eventualmente piΓΉ dettagliate se attinenti in qualche modo con la posizione ricoperta).
β motivazioni che ci hanno spinto a candidarci per lβofferta.
La scaletta dovrebbe essere redatta in forma scritta, in modo da studiarne anche la forma ed il linguaggio. Ripassiamola mentalmente prima del colloquio. Potremo utilizzarla per intero, nel caso, molto frequente, il selezionatore ci chieda di descriversi (la formula classica Γ¨ βMi parli di leiβ) oppure potremo doverla scomporre per rispondere ai diversi quesiti che ci verranno posti.
Ovviamente se, anzichΓ© essere un giovane al primo impiego, siamo dei professionisti che hanno maturato significative esperienze lavorative, la nostra scaletta avrΓ unβimpostazione diversa: clicca qui per avere qualche idea su come redigerla.
Quali sono le mosse giuste del primo colloquio
Lβapproccio migliore ad un colloquio di lavoro consiste nellβessere ben preparati. Questo significa due cose: una buona preparazione pratica al colloquio e la raccolta di informazioni e conoscenze a cui attingere nel corso del colloquio stesso.
Ecco alcune cose da fare:
– accertarsi della data, dellβora e del luogo del colloquio, e studiando con anticipo il percorso, per evitare di arrivare in ritardo
β annotare il nome della persona con la quale si sostiene la selezione e il suo ruolo nellβazienda
β reperire piΓΉ informazioni possibili sullβazienda e sul profilo professionale proposto
β studiare bene il curriculum: Γ¨ la base di partenza di qualunque colloquio
β curare lβabbigliamento: nΓ© trasandati nΓ© troppo eleganti
β essere puntuali: niente ritardi, ma neanche troppo in anticipo
β guardarsi intorno: notare ambiente e persone puΓ² dare una prima idea del βclima aziendaleβ
β le presentazioni: una stretta di mano decisa e un bel sorriso sono il modo migliore per cominciare.
Quali sono le cose da non fare
Ecco infine un rapido riepilogo delle cose da evitare durante un colloquio di lavoro:
– Arrivare tardi o eccessivamente in anticipo.
– Vestire in maniera trasandata o troppo elegante.
β Dimenticare il nome dellβintervistatore.
β Sedersi prima dellβinterlocutore.
β Gesticolare in modo eccessivo.
β Masticare chewing-gum.
β Essere prolissi, o eccessivamente reticenti e sulla difensiva.
β Monopolizzare la conversazione.
β Portare il discorso su questioni personali.
β Essere passivi o al contrario essere aggressivi.
β Fare i primi della classe.
β Avere le idee poco chiare.
β Lamentarsi per questo o per quello.
β Sbirciare tra i fogli del selezionatore.
β Mostrarsi irritabili o furbi o disonesti o scorretti.
β Parlar male degli assenti o delle imprese concorrenti o di quelle in cui si Γ¨ lavorato
β Mostrarsi eccessivamente sicuri o nervosi.
β Mostrare subito troppo interesse per la retribuzione: questo aspetto va discusso solo dopo che il selezionatore ha fatto una proposta retributiva.
β Chiedere immediatamente lβesito del colloquio.
β Avere fretta, guardare lβorologio in continuazione: Γ¨ il selezionatore a scandire il tempo.
Altre cose da non fare
– Informarsi subito su ferie, permessi e giorni di malattia.
Non Γ¨ opportuno che prima ancora di essere assunti, programmiate le future assenze dallβazienda.
– Rispondere al telefono.
Non Γ¨ affatto normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio lβanno. Spegnere sempre il cellulare.
– Β«Dove ti vedi tra cinque anni?Β» Β«A lavorare presso di voiΒ».
Non Γ¨ la risposta migliore: i candidati devono cercare di costruire una risposta sullβesperienza che vorrebbero aver acquisito e il livello di responsabilitΓ che cercano, piuttosto che assecondare o Β«lusingareΒ» lβintervistatore.
– Parlare male del precedente lavoro.
Non importa quanto possa essere stato noioso o poco interessante, non bisogna mai parlare male di un precedente lavoro; non Γ¨ professionale e induce lβintervistatore a riflettere sulla correttezza del candidato. Inoltre, Γ¨ il nuovo datore di lavoro potrebbe mettersi in contatto con lβex datore di lavoro per le referenze a seguito di un colloquio.
Informarsi sullβazienda.
La mancata ricerca di informazioni complete sul potenziale datore di lavoro Γ¨ un grande passo falso. Guardare sito web aziendale non Γ¨ sufficiente.
Non imprecare durante il colloquio.
PuΓ² succedere, soprattutto se lβintervistatore abbonda lui stesso con le parolacce. Tuttavia lo standard del colloquio non deve mai degenerare mentre il tono deve rimanere professionale in ogni momento.
Non cadere nel Β«gergoΒ» del settore dove si lavorava prima del colloquio.
Eβ infatti importante non presumere che lβintervistatore conosca qualcosa della propria esperienza. Meglio parlare chiaro circa le abilitΓ e lβesperienza per evitare qualsiasi confusione o malinteso.
Lβabito Γ¨ importante.
Qualsiasi critica sulla divisa da lavoro (qualora sia prevista) o a vincoli sullβabbigliamento da adottare, abbassa le possibilitΓ di assunzione (o di un secondo colloquio). Bisogna tener conto che lβintervistatore ha dovuto indossare prima di voi quella divisa e che tanto non piace.
Le cose importanti di un lavoro.
Se il candidato deve rispondere quali sono le cose migliori che si aspetta, Γ¨ bene evitare la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i miei collaboratori o le vacanze.
Psicologia del primo colloquio di lavoro
Durante il colloquio occorre cercare di capire chi abbiamo di fronte. LβetΓ del selezionatore, in questo caso, puΓ² fornirci alcune indicazioni. Se il selezionatore Γ¨ una persona matura, probabilmente con molta esperienza alle spalle, vorrΓ subito arrivare al sodo: quello che gli interessa Γ¨ soprattutto la nostra personalitΓ . Il consiglio Γ¨ mostrare un carattere deciso, buon senso e rispetto per le istituzioni e i ruoli.
Un selezionatore giovane, invece, Γ¨ solitamente un entusiasta, innamorato dellβazienda, curioso e ottimista. SarΓ piΓΉ facile entrare in sintonia se vi vedrΓ simile a lui. Infatti, non avendo grande esperienza, il suo metro di paragone Γ¨ principalmente se stesso.
In ogni caso, occorre rispettare alcune regole generali:
– ascoltare bene le domande, prendendo sempre qualche secondo prima di rispondere.
β essere sinceri il piΓΉ possibile: sia per non cadere in contraddizione, sia per evitare figuracce per esempio se ci sottopongono a test di lingue o informatica.
β presentarsi come persone concrete, propositive, attive, affidabili.
β non lamentarsi della nostra situazione dando la colpa a qualcun altro.
β volgere al positivo anche eventuali lacune o errori commessi in passato.
Quali sono le domande piΓΉ frequenti
Esistono due modi per impostare il colloquio. I selezionatori cercano di mettere sotto stress il candidato per vedere il suo controllo e la sua sicurezza, oppure possono avere un atteggiamento piΓΉ disteso, ma anche in questo caso mettendo a proprio agio la persona intendono valutare come si comporta il candidato.
Quindi Γ¨ bene affrontare il colloquio in maniera rilassata, ma non troppo. La giusta dose di tensione aiuta a non perdere il controllo della situazione e lβobiettivo che vogliamo raggiungere.
Le domande sono normalmente aperte e lasciano al candidato la possibilitΓ di presentarsi e parlare di sΓ© e delle proprie esperienze. Prepariamoci quindi a rispondere a domande del tipo:
– mi parli delle sue precedenti esperienze lavorative
β mi parli della sua carriera formativa
β come vede la sua carriera fra 5/6 anni (per verificare il livello di ambizione della persona o se il profilo Γ¨ corrispondente alle richieste dellβazienda)
β mi parli dei suoi punti di forza e dei suoi punti deboli
β ha avuto esperienze di lavoro per obiettivi me ne parli (se non si hanno esperienze lavorative si puΓ² parlare dellβesperienza scolastica)
β cosa ha colpito la sua attenzione nellβannuncio pubblicato
β sta facendo altri colloqui in questo periodo in che settore (intende capire se una persona sta rispondendo a caso agli annunci o se Γ¨ il lavoro che veramente intende fare).
Eβ bene prepararsi anche a rispondere a domande apparentemente βindiscreteβ (i rapporti con la famiglia, perchΓ© si vuole cambiare lavoro, perchΓ© si Γ¨ scelto un certo tipo di studi eccβ¦): lβobiettivo Γ¨ quasi sempre valutare il grado di maturitΓ e affidabilitΓ del candidato.
Non siamo tenuti ad entrare troppo nel personale, ma possiamo sfruttare domande di questo tipo per βraccontarciβ, mostrandoci al contempo disponibili al dialogo.
Per fare un poβ di pratica sulle domande che ci potranno essere poste e sugli atteggiamenti da tenere puΓ² essere utile lβesercitazione di JobTel dedicata al colloquio: clicca qui per accedere al percorso.
Quali sono le domande da fare durante il colloquio
In generale, a meno che il colloquio non si sia chiuso troppo in fretta, il selezionatore ci avrΓ giΓ spiegato, piΓΉ o meno dettagliatamente, le caratteristiche della posizione offerta. Alla fine del colloquio, perΓ², quasi sempre ci viene chiesto se abbiamo bisogno di precisazioni o chiarimenti.
Eβ sempre bene fare qualche domanda, perchΓ© dimostra il nostro interesse per lβazienda e per il posto. Assolutamente vietato, in questa fase, fare domande sulla retribuzione o su eventuali benefit. Queste cose si definiscono solo in fase contrattuale.
Allo stesso modo, tutti i dettagli relativi al contratto, a meno che non siano stati precedentemente trattati dal selezionatore, vanno rinviati ad un secondo incontro. In questo momento, dobbiamo limitarci a chiedere ulteriori informazioni o precisazioni sullβazienda o sulla posizione offerta. I temi saranno quindi: il mercato in cui lβazienda opera, gli stili di management, i valori aggiunti dellβazienda, gli obiettivi a lungo termine dellβazienda, le responsabilitΓ e gli obiettivi richiesti per la posizione offerta.
Eβ evidentemente essenziale, prima di fare qualsiasi domanda, essere stati molto attenti a quello che il selezionatore ci ha raccontato, per evitare di far ripetere due volte al nostro interlocutore le stesse cose, mostrandoci cosΓ¬ disattenti e superficiali.
Da evitare tassativamente: chiedere lβesito del colloquio. Alla fine del colloquio, sarΓ il selezionatore a dirci se, come e quando ci contatterΓ . Nel caso non lo facesse, siamo autorizzati a porre voi stesso la questione. Evitiamo comunque di apparire ansiosi.
Cosa fare dopo il colloquio di lavoro
Ora non resta che aspettare. Sia che ci venga detto quando ci sarΓ comunicato lβesito del colloquio, sia che ci abbiano congedato con il generico βLe faremo sapereβ, possiamo comunque raccogliere gli elementi utili di questa esperienza, anche per essere fronti ad affrontare un eventuale secondo colloquio di approfondimento.
Oppure per migliorare la nostra presentazione in vista di altri colloqui di lavoro.
Un esercizio utile Γ¨ analizzare il colloquio attraverso una griglia che racchiude alcuni elementi chiave di ciascun colloquio che sosterremo, in modo da capire meglio perchΓ© non ha funzionato o anche, perchΓ© Γ¨ andato bene. Su un quaderno, annotiamo, per ciascun colloquio, i seguenti elementi:
– Nome dellβazienda
β Data e luogo del colloquio
β Nome del selezionatore e sua funzione nellβimpresa
β Posizione offerta e breve descrizione
β Punti di forza
β Punti deboli
β Soluzioni ai punti deboli
β Condizioni offerte
β Impressioni
β Come siamo rimasti
β Successi contatti (data e nomi dei presenti)
β Contenuti dei successivi contatti
β Come siamo rimasti.?
Quanti colloqui devo sostenere prima dell’assunzione?
Sette settimane e piΓΉ di tre colloqui di lavoro. Tanto passa in Italia, dallβistante in cui si viene convocati per la prima volta nella stanza del selezionatore, al momento in cui il direttore delle risorse umane prende una decisione.
Le imprese, nonostante lβelevato tasso di disoccupazione, non riescono a trovare i candidati ideali, soprattutto quando cercano profili specializzati. E cosΓ¬, in maniera inattesa, passa sempre piΓΉ tempo per vedere deciso il proprio destino professionale. Si devono superare sempre piΓΉ prove ad ostacoli prima di raggiungere, se si Γ¨ bravi e fortunati, lβambito posto di lavoro.
Lβindagine Global Financial Employment Monitor, multinazionale di recruitment specializzato misura il periodo netto di selezione interna allβimpresa necessario a individuare il candidato per una posizione vacante.
Non viene quindi conteggiato il tempo extra che poi intercorre tra la decisione dellβimpresa e la comunicazione dellβesito al fortunato che Γ¨ riuscito ad avere il posto e ai meno fortunati che invece il posto non sono riusciti a conquistarselo.
In Italia, per rintracciare il candidato ideale, si arriva a una media di 10 settimane con casi in cui non ne bastano neppure 50 (succede nel 2 per cento dei casi). Ciascun aspirante a una posizione da manager deve infatti sostenere 4,4 colloqui di lavoro con i diversi selezionatori e responsabili dβimpresa. Un valore di gran lunga superiore a quello che si registra in Europa dove in media in candidati sono chiamati a βpassareβ 2,9 colloqui. Il Belgio e il Lussemburgo le nazioni-tartaruga mentre la piΓΉ veloce Γ¨ lβIrlanda.
Al di lΓ del numero di colloqui e di persone da convincere, se si guarda semplicemente al tempo necessario, lβiter complessivo porta via in Francia 7,4 settimane cosΓ¬ come Regno Unito si arriva a 7,3. In Germania, per prendere la fatidica decisione i responsabili dellβimpresa si prendono anche piΓΉ tempo: 8,5 settimane.
I diritti del candidato
Lβarticolo 8 dello Statuto dei lavoratori (legge n.300 del 20 maggio 1970) vieta al datore di lavoro, durante i colloqui di assunzione e nel corso del rapporto di lavoro, di effettuare indagini sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore e, piΓΉ in generale, su fatti non rilevanti per la valutazione dellβattitudine professionale del lavoratore. Il datore di lavoro non puΓ² neppure affidare questo genere di indagini a terzi come, ad esempio, agenzie investigative o societΓ di ricerca del personale.
Lo Statuto dei lavoratori riconosce al datore la possibilitΓ di assumere solo le informazioni rilevanti per valutare la capacitΓ del candidato a svolgere la specifica mansione prevista dal contratto di lavoro. Non Γ¨ possibile ottenere informazioni di altra natura neppure con il consenso espresso del candidato.
Nel corso dei colloqui che precedono lβassunzione, domande del tipo: Β«Lei Γ¨ iscritto a un sindacato?Β», Β«Lei Γ¨ sposato?Β». Β«Intende sposarsi e avere dei figli?Β» sono vietate come pure non Γ¨ lecito chiedere al candidato il certificato di stato di famiglia. Γ possibile invece chiedere la documentazione che attesta i titoli di studio conseguiti o le competenze maturate.
Per quanto riguarda la richiesta di informazioni relative ai procedimenti penali in corso, oltre a essere in contrasto con il suddetto articolo 8, viola anche lβarticolo 27 della Costituzione secondo cui Β«lβimputato non Γ¨ considerato colpevole sino alla condanna definitivaΒ». Il certificato del casellario giudiziale, invece, puΓ² essere richiesto a un candidato in quanto la giurisprudenza ritiene lβinformazione riguardante le sentenze passate in giudicato rilevante ai fini dellβassunzione.
Il ricorso a test psico-attitudinali o analisi grafologiche da parte del datore di lavoro o delle societΓ di ricerca e selezione del personale Γ¨ consentito, ma solo se i risultati sono rilevanti per la valutazione dellβidoneitΓ del candidato a svolgere determinate mansioni. I test devono essere eseguiti da uno psicologo iscritto allβalbo e rispettare le norme sulla privacy che comprende informativa al candidato su finalitΓ e modalitΓ del trattamento, facoltativitΓ del test, trasparenza su modalitΓ di valutazione dei risultati e su chi li valuterΓ , incarico di responsabile esterno allo psicologo.
Dal punto di vista normativo, i decreti legislativi 215/2003 e 216/2003, in attuazione delle direttive comunitarie 2000/43 e 2000/78, stabiliscono che durante la fase di accesso e selezione al lavoro e nel corso del rapporto di lavoro, deve essere garantita la paritΓ di trattamento indipendentemente dalla razza, dallβorigine etnica, dalla religione, dalle convinzioni personali, dagli handicap, dallβetΓ e dallβorientamento sessuale.
Infine, il Codice delle pari opportunitΓ del 2006 stabilisce:
– Il divieto di discriminazione in base del sesso al momento dellβassunzione, anche con riferimento allo stato di maternitΓ o paternitΓ adottive, in base a una modifica introdotta dal decreto legislativo 5/2010.
β Non sono permessi annunci di ricerca del personale indicando la fascia dβetΓ o il sesso preferiti (ad esempio: Β«Cercasi segretaria di etΓ compresa tra i 25 ed i 40 anniΒ» e Β«Cercasi coppia cinquantenne, senza impegni familiariΒ») in quanto discriminatori sulla base del sesso e dellβetΓ .
β AIle agenzie per il lavoro Γ¨ vietato, in ragione dell’ articolo 10 della legge Biagi, di acquisire informazioni non rilevanti o di effettuare trattamenti discriminatori, a meno che ciΓ² sia necessario al fine di fornire specifici servizi o azioni mirate per assistere le categorie di lavoratori svantaggiati nella ricerca di unβoccupazione.